Oltre l’orologio biologico: la nuova era della maternità
Gravidanza e maternità a 60 anni, il caso di Flavia Alvataro
Flavia Alvataro è diventata madre con gravidanza assistita in Ucraina a 63 anni ed è subito diventata un caso. I media sono scoppiati dividendo il pubblico in due: da una parte le accuse nel vederla più nonna che madre, dall’altra i partigiani della causa. Sì, perché sfidando la guerra lei è partita alla conquista del suo utero piena di speranza, convinta che dopo tanti fallimenti avrebbe finalmente potuto avere un bambino. E accolto l’embrione di due donatori, ha partorito prematuramente a 31 settimane e tre giorni suo figlio, diventando la madre più anziana d’Italia.
Maternità e orologio biologico
Nel sentire questa storia, ho pensato alla tendenza delle donne a far slittare la maternità dopo il successo professionale, a svegliarsi tardi rispetto al nostro orologio biologico che ci lega ancora all’età della pietra. Il che farebbe pendere la bilancia dalla parte di chi condanna la maternità anziana se non fosse che il discorso è molto più sottile. Perché qui non si tratta di madre giovane o madre anziana, si tratta del nostro futuro di donne bioniche ma non solo.
La visione del transumanesimo
Il transumanesimo ha infatti progettato di sorpassare la donna facendoci nascere un giorno da uteri artificiali in vere e proprie fabbriche di bambini dove gli embrioni cresceranno con le caratteristiche scelte dai genitori. Come da catalogo si potranno scegliere il colore degli occhi e dei capelli, il genere, l’altezza e perfino l’intelligenza. Una fabbrica di DNA per lasciare la donna libera dalla pesante incombenza della gravidanza e del parto, si dice, quando l’intenzione vera è quella di generare un’umanità eugenetica, perfetta, possibilmente ibridizzata alla tecnologia con microchips direttamente collegati al web che ne migliorino le prestazioni e il comportamento.
Flavia come simbolo di resistenza
In questa prospettiva di essere umano potenziato dalla macchina come un replicante, Flavia mi appare attualissima. È moderna perché nonostante l’età impossibile ha deciso di non voler rinunciare ad essere madre, ha deciso che il suo corpo potesse essere risvegliato dagli ormoni e nutrire un embrione come una ventenne. Ha deciso che in un’era in cui si cambia sesso, si può cambiare anche l’età, e che una donna in menopausa non deve necessariamente rinunciare ad essere fertile. E Flavia lo ha dimostrato nel più clamoroso dei modi ed ha avuto successo, dimostrando oltretutto ai transumanisti che la gravidanza non è un peso ma una gioia e sentir crescere in figlio nel proprio utero una liberazione, perché per la prima volta nella propria vita una donna capisce di non essere sola.
Il paradosso della nonna madre
Il paradosso della nonna madre è il paradosso della nostra società che ha deciso che l’animalità biologica del nostro corpo non è più l’unica verità. È l’avvento dell’homo tecnologico che vince l’homo sapiens, la tecnologia che vince la natura. Piaccia o non piaccia, è un nostro possibile futuro.