
“Blocco tutto”: l’audio che inguaia il Ministero
Un’accusa formale di abuso d’ufficio e discriminazione colpisce i vertici del Ministero. Un avvocato denuncia un “blocco selettivo” contro un noto produttore
Un terremoto scuote il cinema italiano. La causa è una frase esplosiva, che testimoni interni attribuiscono a un dirigente di vertice del Ministero della Cultura: “Quando c’è il nome di Iervolino, blocco tutto.” Proprio questa dichiarazione è al centro della denuncia formale che l’Avv. Michele Lo Foco (membro del Consiglio Superiore della Cinematografia) ha trasmesso oggi al Ministro On. Alessandro Giuli e al Direttore Generale Cinema Dr. Giorgio Carlo Brugoni. L’atto contesta presunte condotte discriminatorie contro il produttore Andrea Iervolino, ipotizzando la violazione dei principi costituzionali di imparzialità e presunzione d’innocenza.
Il “Blocco Iervolino”
Lo Foco denuncia una situazione che dura da oltre un anno. “Registriamo un blocco totale, privo di fondamento giuridico, di tutti i procedimenti amministrativi legati alle società riconducibili a Iervolino”, afferma nella lettera. Il “blocco Iervolino” riguarda in particolare il Tax Credit Cinema e Audiovisivo. Questa paralisi amministrativa sta danneggiando centinaia di lavoratori e aziende collegate. L’avvocato evidenzia una forte disparità di trattamento, sostenendo che altre società sotto indagine continuano a ricevere fondi pubblici, in violazione degli articoli 97 (imparzialità P.A.) e 41 (libertà d’impresa) della Costituzione.
Le Sentenze e la Richiesta al Ministro
La denuncia cita inoltre due sentenze del Tribunale di Roma (8 aprile e 23 ottobre 2025). Queste decisioni, secondo Lo Foco, hanno già confermato la piena regolarità gestionale e contabile delle imprese di Iervolino, bollando le accuse iniziali come false e basate su documenti artefatti. “Nessun cittadino può essere trattato come colpevole senza una sentenza definitiva”, ribadisce Lo Foco, che definisce il blocco attuale arbitrario. L’avvocato si appella al Ministro Giuli, chiedendo il ripristino della legalità, la rimozione dei blocchi sul Tax Credit e un’ispezione interna. Il blocco selettivo, conclude, danneggia la credibilità dell’Italia agli occhi degli investitori esteri.
A cura di Davide Cannata
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